Il drago del Lys

Terza classificata nella Sezione Bambini Alessia Di Mario di Pont-Saint-Martin

C’era una volta, ai piedi della Valle di Gressoney, nella piccola ma graziosa comunità di Tour d’Hereraz, un grosso drago, dalla lunga coda e dalle gigantesche ali. Le sue quattro zampe erano munite di appuntite unghie uncinate con le quali si aiutava per arrampicarsi sugli alberi e sulle ripide gole del fiume Lys. Un giorno, il drago, rapì la bella principessa della Tour, figlia del conte di Valleise, e la portò a vivere con lui sotto il ponte di Moretta, un nascondiglio che egli si era creato per fuggire dagli uomini che, armati di falce e rastrello, cercavano da tempo di catturarlo.

La principessa era terrorizzata dal suo ruggito potentissimo e dalle sue affilatissime fauci. Ogni giorno temeva per la propria vita ed il suo cuore era pieno di paura all’idea di non potere più rivedere i suoi cari.
Molti cavalieri in passato, dopo che suo padre l’aveva promessa in sposa a colui che per primo fosse riuscito ad uccidere il drago e a trarre in salvo la sua amata figlia, avevano tentato di liberarla, ma senza successo
Un giorno, un prode cavaliere che abitava nell’antico borgo di Champorcher e che aveva sentito tanto parlare di questa bellissima principessa, decise di approfittare dell’occasione offerta dal padre della giovane fanciulla Sellò il suo cavallo e corse in aiuto della bella prigioniera.

Durante il suo viaggio per giungere al ponte di Moretta, aveva dovuto attraversare un’oscura palude, aggirare un vecchio ponte di legno pericolante e schivare una improvvisa frana che aveva rischiato di travolgerlo Tutto questo non aveva però in alcun modo avvilito il prode cavaliere, che per nulla intimorito dagli eventi, proseguiva coraggiosamente la sua avventura.

Dopo alcune ore di viaggio tortuoso, il giovane giunse finalmente nella piana di Pont-Saint-Mart in e sfinito dalla fatica, decise di abbeverarsi delle limpide acque del Lys e di trovare un riparo sicuro ai piedi delle mura del Ponte Romano Durante la notte gli apparve in sonno la dolcissima principessa che lo incitava a rimettersi presto in cammino, dicendogli di prestare molta attenzione ad una fata che avrebbe incontrato lungo il suo sentiero Quella breve ma intensa apparizione della giovane fece innamorare il principe e spinto ancor più da quel forte sentimento decise di portare a termine quanto prima la sua ardua impresa.

Il mattino seguente, sellato il cavallo e provveduto alle scorte, il cavaliere si rimise in cammino deciso a raggiungere quanto prima il ponte di Moretta e, come predetto dalla principessa, ad attenderlo lungo il suo percorso c’era una bellissima fata, che offrendogli il proprio aiuto per il buon esito della missione, gli donò un anello magico in grado di indicargli il cammino e come poter sconfiggere il drago Un anello che non era di metallo prezioso, bensì di legno di castagno levigato, frutto del lavoro di un artigiano del luogo Un oggetto umile, ma che custodiva in sé un grande potere.

Dopo un lungo cammino il giovane giunse finalmente nei pressi del ponte di Moretta; scese da cavallo, sfilò l’anello magico dalla tasca e gli chiese dove si nascondessero il drago e la sua bella prigioniera
L’anello rispose che in realtà non erano loro le persone che avrebbe dovuto cercare Il cavaliere non comprese il senso di quella frase e chiese quindi di spiegargli meglio che cosa intendesse con quelle parole. L’anello magico gli rispose che il drago non aveva alcuna colpa per il rapimento della fanciulla e che era stato coinvolto in quella brutta vicenda suo malgrado. Sarebbe stato pertanto inutile perdere del tempo dandogli la caccia.

Continuò dicendo che in verità la responsabilità di quella brutta vicenda era di una perfida strega, nascosta fra i boschi di Perloz, che mediante un incantesimo aveva trasformato il povero drago in un essere malvagio molto feroce e pericoloso, spingendolo a rapire la principessa della Tour, cosa che non avrebbe mai fatto se fosse stato in sé. La strega era molto gelosa della bella principessa e voleva sbarazzarsi a tutti i costi di lei e della sua famiglia. Sognava di poter diventare un giorno lei la regina della Tour ed era quindi pronta ad utilizzare ogni mezzo per raggiungere il suo obiettivo.

Udite quelle parole il cavaliere si preoccupò ancora di più per la sua amata e della triste sorte che gli sarebbe toccata se il drago non fosse riuscito a liberarsi da quel terribile incantesimo. Egli decise di non perdere altro tempo e prima di ringraziare l'anello per il suo prezioso aiuto gli chiese un ultimo favore: indicargli dove fosse tenuta prigioniera la giovane principessa. L'anello gli rispose che si trovava esattamente al fondo della gola, davanti a loro, sotto il ponte di Moretta, in una grotta nascosta, scavata nella roccia ai piedi dell'antico Ponte.

Luogo, che solo il drago conosceva, perché era stata da sempre la sua dimora prescelta, dove egli aveva vissuto e viveva con tutta la sua famiglia e dove aveva trovato un sicuro riparo per i suoi piccoli. Il cavaliere allora escogitò un piano per poter salvare la sua amata; si travestì da mendicante, portò con sé un piccolo mulo comprato da un allevatore del luogo e riempì le sue bisacce con delle pietre. Scendendo lungo il sentiero che lo conduceva al fiume si mise ad urlare: - pietre magiche, vendo pietre magiche! -. La strega incuriosita apparve improvvisamente sul suo cammino e volle assicurarsi del potere tanto celebrato dal cavaliere. Per essere certa che fossero veramente pietre magiche, ne prese una in mano e mentre stava pronunciando una parola magica il cavaliere tirò fuori dal fodero la sua possente spada e trafisse la strega malvagia.

Non appena la strega fu trafitta il drago si risvegliò dall' incantesimo. Scosse la testa, si riappropriò delle sue forze e cercò di comprendere che cose stesse accadendo. Resosi conto dell'accaduto, chiese umilmente scusa alla principessa, la quale, vedendolo pentito delle sue azioni, lo perdonò. Nonostante il suo perdono il drago non si capacitava del suo comportamento e si sentiva ancora tremendamente in colpa. Non sapendo come sdebitarsi, chiese dunque ai due giovani, se avessero gradito un passaggio sulla sua schiena alla volta del castello e così facendo, volando fra le gole del Lys, li condusse alla dimora reale.

La principessa poté quindi riabbracciare i suoi genitori i quali, estremamente grati al giovane cavaliere, per aver riportato loro la figlia sana e salva, gliela diedero in sposa. I due giovani innamorati convolarono presto a nozze e tutto il reame fu chiamato a festeggiare il glorioso evento. Però, c'era ancora qualcuno da accontentare, non lo credete anche voi? Il drago, certo! Avendo egli agito senza colpa e essendosi pentito del male che aveva fatto inconsapevolmente, meritava o no una giusta ricompensa? E così fu.

Egli venne eletto animale da compagnia e da difesa reale e in virtù di questo ruolo avrebbe dovuto allettare le giornate dei reali e soprattutto quelle dei piccoli principi che sarebbero nati in futuro, oltre a combattere, in caso di necessità, contro tutti coloro che avrebbero potuto minacciare la sicurezza e la serenità del regno. Di questa bella vicenda rimane ancora oggi il bel Ponte, che ricongiunge le Comunità di Perloz a quella di Tour d'Hereraz.

Del Drago non si è saputo più nulla, ma si racconta che nelle notti di equinozio d'inverno, andando sul Ponte di Moretta e rivolgendosi verso le sorgenti del Lys, si intravveda un fascio luminoso provenire da una delle pareti rocciose del torrente: sarà forse il Drago intento a scaldare la sua famiglia con le sue imponenti lingue di fuoco, nella sua nuova dimora? Chissà! Ciò che conta, è che continui a vegliare sul Ponte di Moretta e su tutti coloro che ancora oggi vi transitano. Da allora, nessuno gli dà più la caccia.